venerdì 4 ottobre 2013

Arriva l'autunno. Cosa ci perdiamo se non usciamo all'aperto? Una esperienza 'forte', dalla Danimarca. Parte 3

La terza e ultima parte dell'articolo dal dossier 2011 dedicato alla Danimarca. Vi ricordiamo che l'intero documento è reperibile qui.


Hillerød: la casa nel bosco. In Danimarca: l’interazione tra i bambini e la vita all'aperto.

a cura di Barbara Bernardi, Valeria Dellabiancia*,  e Silvia Guidarini** del Gruppo di Coordinamento Pedagogico di Rimini * Comune  di Riccione, ** Cooperativa  “Acquarello”,  Forlì (FC)

  
La scelta  di una visita di studio in Danimarca matura tra i componenti  del Gruppo di Coordinamento  Pedagogico  di Rimini in seguito alle conoscenze personali di alcuni di noi e, soprattutto, in ragione a quanto è riportato in riviste come “Bambini in Europa” o nei documenti europei sull'esperienza dei servizi per l’infanzia in quel Paese. 


Sapere che la realtà danese è molto attenta al benessere dei cittadini e sensibile ai problemi delle donne e dei bambini rappresenta uno stimolo forte ad approfondire la conoscenza e a raccogliere suggestioni e indicazioni utili da riportare nei nostri territori.
In tutti è ben presente la consapevolezza che viviamo in una regione,  l’Emilia Romagna, particolarmente attenta ai bisogni dell’infanzia, mentre il nido è purtroppo un servizio diversamente diffuso in Italia: questo determina un’attenzione ancora piuttosto scarsa a livello politico nazionale e conseguentemente una normativa davvero poco sensibile ai diritti dei bambini e delle famiglie. In altri Paesi, quelli del Nord-Europa, come la Francia, l’Olanda e la Danimarca appunto, si registrano invece gradi di diffusione assai più elevati.
Attualmente tutti i bambini danesi hanno diritto a un posto perché la Danimarca, insieme alla Svezia, possiede la rete più estesa di servizi a livello mondiale: questo è stato sicuramente un ottimo incentivo per destinare fondi ed energie nell'organizzazione della trasferta. Il 95% dei bambini in età 3-5 anni frequenta la scuola dell’infanzia e l’80% di bambini in età 1-3 anni frequenta il nido, trascorrendo la maggior parte del loro tempo in un centro diurno.
Il viaggio ha avuto luogo dal 27 al 29 ottobre  2010 e sono stati visitati diversi servizi 0-5 anni situati a Nord-Ovest di Copenaghen tra cui la casa nel bosco Naturgarden Egely sulla  quale maggiormente ci soffermeremo in questo articolo.
A conclusione  della visita abbiamo avuto l’opportunità di un incontro con Daniela Cecchin e altri rappresentanti del BUPL (Organizzazione professionale sindacale di educatori e Dirigenti di nidi, scuole dell’infanzia e del tempo libero) che ci hanno aiutati a conoscere meglio il sistema educativo e il “modello” pedagogico danese. In Danimarca ci sono 60.000 pedagoghi, che ogni giorno svolgono attività con i bambini e hanno la responsabilità di creare condizioni caratterizzate da gioia di vivere, impegno, interesse e attenzione. Queste sono considerate le condizioni importanti per consentire ai bambini di avere un luogo d’esperienza sicuro, divertente e stimolante.
 
Tra le tante suggestioni emerse, vorremmo  soffermarci su un particolare aspetto dell’orientamento pedagogico danese che riguarda l’interazione tra i bambini e la vita all'aperto, un aspetto che emerge in particolare nell'esperienza della “casa nel bosco”.
La “casa nel bosco” è un servizio comunale, attivato 14 anni fa, nato come progetto pilota per sopperire all'esubero di richieste nei servizi tradizionali: a turno, ogni settimana, circa 8 bambini frequentanti ciascuna delle scuole dell’infanzia del distretto (per un totale di 72 bambini) con un’insegnante di riferimento per ogni gruppo, vengono accolti a Egely dove trascorrono l’intera giornata (dalle ore 6:30 alle ore 17:15).

Giornalmente, i gruppi vengono accompagnati con il “pulmino verde” alla “casa del bosco” dove, oltre al rapporto quotidiano con bambini e adulti di altre scuole, che sollecita a una socializzazione e relazione più ampia, i bambini possono entrare in contatto con diverse tipologie di animali sia in gabbia che all'aperto (galline, capre, serpenti, uccelli…), per imparare a conoscerli e a prendersene cura, dando loro da mangiare e occupandosi della loro igiene e dei loro spazi.
L’assenza di ambienti “scolastici” e di materiali strutturati, prevista dal Progetto, permette ai bambini di scoprire e inventarsi forme di gioco quali scavare nel terreno, divertirsi con l’acqua, creare canali e dighe, ma anche costruire anche vere e proprie tane sugli alberi con tavole e tronchi di legno.

Queste esperienze vengono vissute dai bambini, e ne abbiamo avuto testimonianza diretta, con la massima spontaneità e libertà di immergersi nell'acqua, nel fango o nell'erba senza l’eccessiva preoccupazione  di sporcarsi o il timore di farsi male. L’ambiente naturale è il luogo di vita, di gioco, di crescita migliore e più salutare per loro. Gli unici progetti proposti e realizzati sono legati a ciò che i bambini scoprono nella natura e che suscita l’interesse del gruppo. Per esempio, dalla scoperta di alcune impronte di animali, è stato progettato un percorso che ha portato i bambini a riconoscere le diverse tracce lascia- te dagli animali, affrontando anche tematiche legate all'habitat e alla catena alimentare: l’innocuo serpente che vive nel rettilario si ciba di topolini e i bambini ne sono al corrente.

Ogni situazione vissuta dal gruppo viene seguita e curata da Peter, ex insegnante ora guardia forestale e responsabile della casa, che assieme alla sua assistente accompagna l’esperienza, senza però dirigere, supportando e sostenendo i bambini nel- l’approfondimento e nella sperimentazione di ciò che li incuriosisce e interessa maggiormente.

Nella conversazione che abbiamo avuto con Peter abbiamo appreso che sono previste uscite dalla casa alla scoperta del bosco circostante e questo è parte integrante della vita quotidiana e fonte di continue esperienze motorie e percettive.  Si alimenta poi una sorta di magia del bosco attraverso il racconto di favole, che hanno come protagonisti fate, folletti e altri personaggi fantastici caratteristici della tradizione danese.
La libertà che caratterizza la vita all'aperto si riscontra anche nell'agire gli spazi interni della casa, dalla cucina alla sala da pranzo, dalla sala del camino alla stanza delle favole, dalla stanza degli esperimenti alla stanza della falegnameria ecc. luoghi nei quali non solo i bambini sperimentano grande libertà di movimento, ma costruiscono anche amicizie e scoprono i valori dello stare insieme e della solidarietà nell'aiutarsi, nel fare insieme la merenda all'aperto come una fitta conversazione davanti al camino.
Per esempio, in cucina i bambini collaborano alla preparazione di semplici torte: con la macina del grano producono la farina, poi impastano e si occupano di farcire la torta prima di infornar la. Questo permette loro di conoscere tutta la filiera del prodotto che verrà confezionato utilizzando le materie prime provenienti sia dall'orto che dagli animali della casa, assaporando  gusti e scoprendo il valore delle cose della quotidianità.
Un altro esempio da annotare è la presenza di strumenti e attrezzature nella falegnameria dove i bambini, non solo possono accedere liberamente, ma in autonomia martellano, segano, avvitano… e confessiamo che di fronte a simili situazioni emerge il nostro eccessivo timore che si facciano male!
Nel dibattito pedagogico odierno spesso si discute circa l’equilibrio tra sicurezza e rischio, con la tendenza a pensare a servizi sicuri rispondendo certamente alle normative vigenti e accogliendo le ansie e le preoccupazioni delle famiglie, ma generando spazi talvolta poco stimolanti – perché eccessivamente protetti – e nei quali al bambino viene richiesto di stare dentro a confini precisi anche per quanto riguarda l’esplorazione percettiva e sensoriale. Ci siamo interrogati molto su questa diversa idea di sicurezza soprattutto perché i bambini danesi sembra- vano stimare molto bene il pericolo e facevano buon uso delle opportunità messe a loro disposizione dagli adulti.
La visita ai servizi danesi ha sollecitato diverse riflessioni soprattutto su quest’ultimo aspetto, invitandoci a confrontarci tra noi coordinatori, con i servizi e con le famiglie, al fine di promuovere interventi educativi a favore di un bambino capace di muoversi con sicurezza in mezzo ai “rischi”. A Naturgarden  Egely questo  avviene  già!



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