lunedì 9 dicembre 2013

"Documentare le esperienze. Percorsi tra realtà e fantasia". Una recensione.

Come mettersi davanti al bambino che interroga l'adulto sul rapporto tra realtà e fantasia? In generale, quale posizione tenere davanti al bambino che chiede all'adulto spiegazioni o più semplicemente di accompagnarlo nella scoperta del mondo?


Queste brevi ma essenziali domande sono affrontate nelle pagine di questo testo. Quattro scuole si mettono in rete in un percorso di formazione per affrontare un tema nato dalla loro esperienza quotidiana con i bambini: il rapporto tra realtà e fantasia, rapporto che incuriosisce, e quindi spinge alla ricerca della conoscenza i bambini di questa fascia di età.
Ne emergono quattro percorsi interessanti e originali proprio perche "cuciti su misura" sui bambini che offrono l'occasione per individuare quattro metodologie cardine per la scuola dell'infanzia: il gioco, la narrazione, l'aspetto grafico-pittorico e l'esperienza all'esterno.
Il testo non vuole offrire una sintesi per la ripetizione delle esperienze ma al contrario, individua attraverso la rilettura critica e di secondo livello di queste esperienze delle buone prassi che possono sostenere il fare e il pensare educativo nella suola dell'infanzia. Questa operazione è resa possibile dalla documentazione. Le esperienze presentate diventano, perciò, paradigmatiche individuando alcune buone prassi educative della scuola dell'infanzia: posizione dell'adulto, spazi, metodologie e riflessioni dell'insegnante.
Si innesca, in questo modo, un costante rimando tra esperienza e teoria, un circolo che evidenzia come il sapere forte della scuola dell'infanzia, costruito quotidianamente dalle insegnati non possa dirsi slegato dal sapere accademico e viceversa.
E' in questo modo che formare e formarsi acquisisce un nuovo significato: essere in un rapporto di scambio e di confronto dove più saperi si incontrano per generare riflessione e un incremento della consapevolezza delle pratiche e del pensiero dell'insegnante.
La formazione e la documentazione diventano, quindi, strumenti e luoghi per condividere e per trovare il filo rosso per una rielaborazione culturale delle esperienze.

Il testo delinea una pedagogia costruita dal basso, in cui la scuola dell'infanzia è un cantiere di lavoro. Ne consegue anche una figura di insegnate indagatore che si pone al fianco dei bambini per conoscere e rendere loro testimonianza di quanto scoperto e appreso. Un insegnate che ha come strumenti di lavoro l'osservazione e la riflessione.


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