martedì 30 settembre 2014

Riforme in corso - settembre 2014. L’IMPATTO DELLA “1260” E DELLE LINEE GUIDA NEI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA

Alberto Alberani
Referente Area Infanzia Legacoopsociali


L’attività del Governo Renzi può essere diversamente valutata ma un punto fermo è certo: la quantità di riforme proposte impone il ripensamento delle situazioni attuali e richiede la previsione di scenari futuri. Anche il settore dei servizi rivolti alla prima infanzia non ne è esente. La proposta di Legge 1260, le linee guida del terzo settore, la garanzia giovani, la riforma delle Pubblica Amministrazione e la riforma della scuola si intrecciano fra loro e prefigurano scenari che è necessario prevedere evitando di subirli.
La Legge 1260 è sicuramente la proposta maggiormente significativa, una vera e propria rivoluzione positiva che porterebbe enormi benefici ai bambini italiani che finalmente avrebbero diritto, al di là del luogo di nascita, a servizi adeguati e omogenei. Una sfida importantissima per coloro che a diverso titolo si occupano di queste tematiche e che sono chiamati ad accantonare i particolari interessi pensando invece ai positivi effetti di questa proposta. 




È una legge che riconosce il percorso di crescita 0-6 e, riconoscendo ai diversi soggetti istituzionali ruoli e compiti chiari, rimanda a una definizione di criteri e condizioni per poter garantire servizi di qualità. È importante che la legge venga approvata quanto prima nella consapevolezza che anche nelle regioni dove tradizionalmente esistono servizi, la crisi economica minaccia la tenuta dei servizi. Bene quindi che la legge preveda spazi, condizioni organizzative, professionalità adeguate ma è necessario porre la massima attenzione a coniugare qualità e sostenibilità economica.
Una buona legge non sostenibile non servirebbe a nessuno. In attesa del dibattito sulla 1260, le linee guida di riforma del terzo settore produrranno forti cambiamenti in questo ambito che il Presidente del Consiglio definisce il primo.
La legge di riforma delle imprese sociali promuoverà la nascita di nuove imprese sociali anche grazie ai 500 milioni promessi. Il certo finanziamento del 5 per mille, la rivisitazione dello status giuridico delle Organizzazioni del terzo settore attraverso la rivisitazione del libro I, titolo II, del Codice Civile, il sostegno alla finanza etica, la costituzione di un’Autority di controllo saranno azioni importanti così come importante sono le proposte legate alla rivisitazione della Legge 328 e le riflessioni che vengono anticipate in materia di voucher.
Tutto ciò potrebbe sostenere lo sviluppo di un terzo settore maggiormente protagonista nella società italiana. Infine, la Garanzia giovani potrebbe promuovere occupazione per i giovani dai 15 a 29 che non studiano e non lavorano attraverso tirocini, apprendistato, formazione, lavoro all’estero, servizio civile e non poche saranno le organizzazioni che operano nei servizi informali all’infanzia (baby parking, assistenza domiciliare ecc.) che coglieranno al volo l’occasione.


Il timore è che una buona intenzione di fornire occasioni di impiego a giovani possa però essere strumentalizzata e male interpretata da organizzazioni-“imprese” scarsamente interessate alla qualità dei servizi e del lavoro. Bene quindi questo attivismo riformista, ma orecchie e occhi dritti perché non sempre l’innovazione produce cambiamenti positivi che per essere tali devono essere sostenuti da percorsi partecipativi e sensibilità rispettose dei percorsi realizzati.

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