giovedì 21 maggio 2015

Riforme in corso - Aprile 2015. I DIRITTI DEI BAMBINI DEL SUD E IL PAC



di Michele De Angelis
Presidente del C.d.A. “Prisma” Coop. Sociale onlus

Con il Piano di Azione e Coesione (PAC), lo strumento di riprogrammazione strategica e di innovazione ideato dal Ministero per lo Sviluppo e la Coesione, il Governo intende recuperare i ritardi accumulati nell’uso dei fondi strutturali 2007-2013 nelle quattro regioni Obiettivo Convergenza: Puglia, Campania, Sicilia e Calabria. 


Il Ministero dell’Interno è l’Autorità di Gestione (AdG) responsabile dell’attuazione del programma nazionale che impegna in favore delle Regioni convergenza quattrocento milioni di euro per i servizi di cura all'infanzia stabilendo i seguenti obiettivi:
l’aumento strutturale dell’offerta di servizi (nidi pubblici o convenzionati, servizi integrativi e innovativi);
l’estensione della copertura territoriale e il sostegno alla gestione delle strutture;
il sostegno alla domanda e l’accelerazione dell’entrata in funzione delle nuove strutture;
il miglioramento della qualità e della gestione dei servizi socio-educativi.
Ma le risorse in campo riusciranno a garantire nuovi servizi per i bambini o saranno l’ennesima opportunità sprecata? Con il primo riparto sono stati finanziati 13.257 posti nido e 9.707 posti in servizi integrativi: siamo dunque di fronte a una svolta? Con questi numeri nei prossimi anni assisteremo a un significativo incremento della presa in carico di bambini 0-2 anni? Purtroppo, temo che ciò non avverrà; la gran parte dei Comuni procede troppo lentamente nell’attuazione degli interventi. Le competenze amministrative negli Enti locali sono poche e anche nel terzo settore non abbondano competenze pedagogiche; i comuni campani, calabri e siciliani hanno programmato molti servizi integrativi in territori dove mancano i nidi, nodi fondamentali della rete dei servizi all’infanzia; questo denuncia l’assoluta mancanza di una strategia locale di sviluppo dei servizi e la colpevole disattenzione di molti rispetto al riconoscimento del sacrosanto diritto dei bambini a crescere in spazi adeguati accompagnati da persone formate  che ne sostengano la crescita armonica. Di più, molti amministratori temono di non riuscire a garantire gli stessi servizi programmati dopo aver speso le risorse dei due riparti.
Qualora il PAC per i servizi di cura non garantisse il raggiungimento dei risultati attesi, andrebbe ad aggiungersi ai fallimenti del Piano Straordinario Nidi che al Sud non ha dato risultati tangibili; dunque, che cosa fare perché il PAC non diventi l’ennesima sconfitta? Perché ciò non accada, a mio parere occorre promuovere una discussione dal basso nelle comunità locali sul tema dei diritti dei bambini e dei genitori, che coinvolga le famiglie, la scuola, le organizzazioni no-profit, pediatri, educatrici, maestre, amministratrici e amministratori locali; occorre poi che i cittadini controllino che queste risorse vengano spese e bene, generando servizi stabili e di buona qualità, che il Parlamento e il Governo garantiscano il finanziamento.

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