martedì 13 ottobre 2015

Domandando si impara - Settembre 2015. A PARTIRE DALLE DOMANDE.

di Elisabetta Marazzi

Come è possibile rispondere ai bisogni di tutti i bambini senza operare distinzioni o preferenze? Quali sono le immagini o le documentazioni più adeguate a descrivere le esperienze che bambini e adulti vivono all'interno dei contesti educativi? 


Come facciamo a tenere insieme tutti gli aspetti afferenti il funzionamento di un nido o di una scuola dell’infanzia e, nel contempo, rispettare i tempi dei bambini e quelli che le esperienze stesse richiedono? Come si può far passare alle famiglie i messaggi e i significati del nostro ruolo e dello specifico pedagogico del nostro servizio? Perché le famiglie sembrano non ascoltare? Perché i bambini sembrano fare quello che vogliono? Perché le colleghe non ascoltano o non comprendono il mio punto di vista? Queste sono solo alcune delle domande che si pone chi lavora in ambito educativo… domande sempre vive e interessanti e mai ripetitive o banali che, chi si occupa di formazione, ha la fortuna di sentirsi rivolgere. Le domande hanno la grande ricchezza di permettere continuamente la riflessività, hanno il pregio di indicare che non siamo mai stanchi di cercare, hanno la grande risorsa di farci ricordare che abbiamo sempre cose nuove da scoprire, conoscere e inventare, permettono di rammentare che gli interrogativi – benché a prima vista possano sembrare i medesimi – sono tra loro profondamente diversi poiché diverse sono le persone, i contesti, le situazioni... la bellezza delle domande sta nell'essere continuamente nuove, mai noiose.
E poi ci sono le risposte che non potranno mai essere uniche e assolute né o solo giuste o solo sbagliate. Forse potranno essere metodologicamente corrette o meno, ma contenutisticamente rivedibili sulla scorta dello specifico contesto in cui vengono rintracciate.
È muovendo da tutte queste considerazioni che abbiamo scelto di creare un’occasione in cui alcuni quesiti che ci poniamo facendo e pensando educazione possano trovare uno spazio di riflessione dando agli interrogativi tutta la dignità formativa e autoformativa che spetta loro.
Dare questa accezione autoformativa alle domande significa assumere responsabilmente un ruolo attivo nella ricerca di soluzioni e strategie possibili, avere l’occasione di rintracciare un luogo e un tempo protetti in cui interrogarsi senza valutazioni rispetto alle risposte, sostenere in ciascuno di noi l’idea di possibilità anziché di impossibilità, l’idea di opportunità anziché di difficoltà e, non da ultimo, cercare di costruirsi un cammino che ci permetta di essere diversamente autonomi (nel senso del fare e pensare con l’altro e non da soli), facendo proprio il processo di elaborazione delle domande più che le risposte.
È attraverso le domande che è possibile stimolare i dialoghi e le riflessioni, interrogare le proprie azioni, scelte e parole, accompagnare un processo di pensiero, permettere all'educatore di non dimenticarsi del suo ruolo di ricercatore.

Ripartiamo da qui (e con questa rubrica) per affrontare le domande come opportunità di esplorazione e crescita, con un nuovo anno educativo carico di questioni che ci facciano ragionare!

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