giovedì 26 novembre 2015

Doppio punto di vista - Novembre 2015. FUORI!

di Claudia Ottella


FUORI!

Fuori è una parola che nei servizi per l’infanzia si sente poco o quasi per niente. Fuori dalla scuola si può andare solo quando vi sono condizioni climatiche di eccezionale favore e solo, e se, gli ambienti esterni garantiscono il massimo grado di sicurezza rispetto a ogni possibile rischio. 


In questo caso, molto spesso, per convenzione o per comodità i punti di vista di chi opera nei servizi e delle famiglie collimano, perché è certamente più facile, sicuro, comodo stare dentro. Ma, non solo ai bambini piace stare fuori, loro devono stare fuori!

Il punto di vista dei servizi
Sovente si pensa che, per portare i bambini fuori, sia necessario dirigere immensi sforzi organizzativi ed economici nella preparazione di gite, escursioni, uscite didattiche. Pur essendo tristemente vero che alcune real-tà hanno possibilità molto ridotte di offrire quotidianamente esperienze all’aperto nel mondo naturale, è altrettanto vero che la natura è dappertutto e quindi non può essere una scusa per non uscire. Chiaramente, tutti desidereremmo all’interno dei nostri servizi spazi da dedicare a esperienze all’aperto ricche e variegate, ma ci sono anche modi semplici e poco costosi di arricchire e abitare anche l’ambiente più sterile.
Un’altra perplessità che hanno molti insegnanti è che le esperienze all’aperto siano da riservare o allo sfogo puro, privo di qualsivoglia obiettivo educativo se non quello di liberare le energie; o, all’opposto, a complicate esplorazioni naturali, dove quindi occorre avere importanti conoscenze in questo campo per affrontare le domande dei bambini. La natura e gli spazi esterni offrono opportunità di movimento, di esplorazione, di indagine, di ricerca, di analisi e sperimentazione quasi senza fine per molte importanti abilità che non sono né solo motorie né solo scientifiche.
Fuori c’è una scuola che è una risorsa meravigliosa per molte aree disciplinari e i benefici per i bambini dello stare all’aria aperta vanno oltre la ricreazione: certo occorre la cura nella progettazione anche di questi spazi e di questi momenti.

Il punto di vista delle famiglie
Sembra assurdo, dato il clima di cui godiamo nel nostro Paese per buona parte dell’anno e la bellezza del nostro ambiente, ma “fuori”, per le famiglie italiane, è un vocabolo difficilmente compreso. Fuori fa freddo, ci sono pericoli, fa caldo, ci si sporca, ci si ammala... Sembra quasi che molti adulti abbiano dimenticato la loro infanzia, i loro giochi, le possibilità di cui godevano, trasformando gli stessi spazi, le stesse circostanze in situazioni irte di pericoli. Fuori però ci sono infinite possibili esperienze di crescita per i bambini e in quanto adulti ci dovremmo chiedere quali obiettivi ci poniamo nel-l’educazione dei nostri bambini, ovvero se vogliamo consentire loro di ricevere, oltre alla giusta dose di cure e affetto, anche la necessaria fiducia nelle loro capacità, che fuori indubbiamente si costruisce meglio, perché la natura in questo è maestra indiscussa.

“Fuori!” dovrebbe diventare un doppio imperativo per la scuola e la famiglia, perché il gioco in natura, attraverso le sue sfide positive, offre quotidianamente reali opportunità di crescita.

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