venerdì 27 novembre 2015

Pensieri in libertà - Novembre 2015. TI SCATTERÒ UNA FOTO

di Daniele Barca

Non è passato ancora troppo tempo per dimenticare la foto di Aylan, il bambino migrante ritratto morto su una spiaggia turca. O forse sì... Per dimenticare, il tempo serve; soprattutto in questa “società del selfie”, in cui le immagini si moltiplicano, affastellano, confondono. E non è passato abbastanza tempo dalla diffusione delle immagini dei piccoli, armati di tutto punto, reclutati – chissà come – dall’Isis.


Il nostro atteggiamento “normale” nei confronti dei bambini è di protezione rispetto a tali immagini: cambiare canale, evitare di mostrare, oscurare il volto... Ma davanti a immagini di bambini in contesto violento anche noi siamo sguarniti, indifesi. È il potere dell’immagine.
Dovremmo guardare insieme ai nostri piccoli.
Durante la settimana dei musei sono stato nel museo civico della mia città. Bella l’animazione, ottima l’organizzazione. Abituati ai piccoli schermi del digitale queste immagini di varie grandezze, alcune grandi come una parete e altre molto in alto, scorrevano negli occhi delle mie bambine. Era la prima volta che entravano in un museo – mea culpa! – ma è indubbio che in loro c’era difficoltà a concentrarsi per più di un secondo. O, forse, la difficoltà era tutta mia. Quella gallery murata, a ben pensarci, “veniva sfogliata” come si sfoglia una gallery con il dito sullo schermo di uno smartphone o di un tablet. Via una foto ne arrivava un’altra. Una velocità che non mi ha permesso di soffermarmi sui particolari, che mi ha reso impossibile lo zoom: operazione che noi adulti predigitali facciamo innanzitutto con gli occhi, con successiva concentrazione sui dettagli.
Non sono un appassionato di arte, ma ricordo ancora il tempo passato al Museo del Prado davanti a Las meniñas di Velázquez. Il gioco degli specchi, la collocazione dei personaggi e dello stesso autore mi aveva affascinato e per giorni mi restarono quelle immagini negli occhi. Al pari dei disegni degli Aristogatti o del Robin Hood della Disney. Insieme alla lettura per i nostri piccoli credo dovremmo praticare anche la lettura di immagini. Esistono grandi albi di fumetti in cui possiamo leggere il testo delle vignette e far scorrere le immagini con la lentezza della lettura della pagina. O anche bellissimi libri per bambini sull’arte, su come nasce, con esempi di grandi pittori della storia, da ridisegnare in un gioco continuo.
Ma ci sono anche le gallery per le ricerche on line in cui talvolta ci si imbatte cercando un animale o un insetto che non si conosce. La stessa cosa va provata con il nome di un artista che compare per caso nel dialogo con i piccoli. Oppure fotografando oggetti di casa come se fossero opere d’arte. Operazioni come questa possono aiutarci a trasformarci, insieme ai nostri bambini, da consumatori di immagini a lettori e produttori di immagini. Per conoscere e per farlo selezionando nel mare magnum di foto che inonda la nostra esistenza.

Salvatore Settis in un articolo di più di un anno fa, su “La Repubblica”, a proposito di selfie ricordava l’importanza dello sguardo: “La neo mania dei Selfie sdoganati come performance individualista... inonda il web di foto ricordo che certificano non la curiosità culturale ma la presenza rituale del turista. Non archiviano il ricordo, sostituiscono lo sguardo: perciò la loro quantità è più importante della qualità!”.

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