martedì 22 marzo 2016

Doppio punto di vista. Marzo 2016. COMUNICAZIONI

Di Claudia Ottella

Il rapporto e le comunicazioni tra nido/scuola e famiglia sono un aspetto cruciale della vita dei servizi; 


la relazione tra educatori, insegnanti e genitori è sicuramente espressione di condivisione e di arricchimento reciproco che si alimenta con il trascorrere del tempo, dell’esperienza e che si consolida nella pratica, usuale, di incontri programmati come laboratori, assemblee, feste, colloqui, ambientamento ecc. Ma non solo. Esiste una fitta trama di comunicazioni, che spesso va oltre la vita istituzionale dei servizi.

Il punto di vista dei servizi
“Nel lavoro educativo, e in quello con le famiglie in particolare […] l’assunzione di responsabilità della relazione spetta ai servizi educativi” (M. Guerra, E. Luciano, La relazione con le famiglie nei servizi e nelle scuole per l’infanzia, Edizioni Junior, Azzano S. Paolo, 2009) e, certamente, responsabilità dei servizi è anche la modalità di gestione delle comunicazioni. Molte parole, nel tempo si sono spese per valorizzare l’importanza dei contenuti delle comunicazioni con le famiglie, che devono andare ben oltre alle informazioni di carattere fisiologico medico, per interessarsi anche agli aspetti sociali e relazionali della vita del bambino e della famiglia nel suo complesso e devono trovare un delicato equilibrio tra la comunicazione agita rispetto a quella verbalizzata. Le strategie e le scelte comunicative permettono ai servizi di avere uno strumento per costruire una “storia insieme”, un’alleanza e un progetto condiviso improntato allo scambio e al confronto reciproco. La moderna tecnologia oggi offre piattaforme che spesso vengono percepite come mezzi per dialogare meglio e più velocemente, per comunicare con un linguaggio semplice, comprensibile e moderno. Tutto ciò non solo per informare e aggiornare sull’andamento e le novità del servizio ma anche per fare una sorta di “operazione simpatia”. Se questo indubbiamente può rendere più diretti e immediati i rapporti con le famiglie, è importante essere in grado di gestire e distinguere i livelli comunicativi, i ruoli, la sfera professionale da quella privata. E insieme a questa forma di comunicazione deve permanere comunque sempre la comunicazione ufficiale delle conversazioni importanti.

Il punto di vista delle famiglie

Se da un lato i servizi devono garantire una forte esperienza del “noi”, dall’altro devono porsi come obiettivo la creazione di una comunicazione diretta e personalizzata. Se, dunque, i modi in cui si creano, si gestiscono ed evolvono le modalità interattive e gli scambi d’esperienza con il servizio – in quanto istituzione – non possono essere semplici formalizzazioni, all’opposto non bisogna cadere in un eccesso di richiesta di familiarizzazione e immediatezza. Se usati correttamente, i moderni strumenti di comunicazione possono essere estremamente utili per risolvere problemi organizzativi e fornire rapide informazioni; sono senza dubbio un mezzo valido per informare e mantenere i contatti, prestando attenzione a non abusare con messaggi non pertinenti che distolgono l’attenzione dai contenuti rilevanti o, rischio ancor più grande, a fornire informazioni che deformano la realtà e che possono trasformare un fatto banale, facendogli assumere connotazioni sovradimensionate, poi difficilmente gestibili.

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